"Ho cercato di spiegare ai miei genitori che la vita è uno strano regalo. All'inizio lo si sopravvaluta, questo regalo: si crede di aver ricevuto la vita eterna. Dopo lo si sottovaluta, lo si trova scadente, troppo corto, si sarebbe quasi pronti a gettarlo. Infine ci si rende conto che non era un regalo, ma solo un prestito. Allora si cerca di meritarlo. Io che ho cent'anni, so di cosa parlo. Più si invecchia, più bisogna dar prova di gusto per apprezzare la vita. Si deve diventare raffinati, artisti. Qualunque cretino può godere della vita a dieci o vent'anni, ma a cento, quando non ci si può più muovere, bisogna avvalersi della propria intelligenza."
E' Oscar che parla, un bambino uscito dalla penna di Eric-Emmanuel Schimitt destinato a vivere la propria vita in dieci giorni (un decennio al giorno) perché dal reparto di oncologia in cui si trova non potrà far altro che scappare, ma non certo venirne via guarito. Un cammino breve, più breve di quanto ci si può aspettare, ma intenso, più intenso di molte vite da centenario.
E una risposta, forse: c'è un'età di mezzo in cui non si è più abbastanza cretini per godere della vita ma anche non abbastanza artisti (e intelligenti) per apprezzarne ogni momento. C'è una terra di mezzo in cui ci si trova a girovagare smarriti, in cerca di un perché che non esiste. E' una terra nella quale non capiamo, forse, che l'importante non è avere risposte ma avere domande.
E in settimana (quando Oscar era ancora all'età di un bambino) io ho posto la mia domanda. Durante il cammino ho fatto una pausa, sono entrato in una chiesa, ho guardato la statua della Madonna e ho chiesto un segno, qualcosa che mi facesse capire di essere sulla strada giusta. Il giorno dopo ho avuto una risposta, forse. Mi si è avvicinata una ragazza che mi ha detto di avere un messaggio da parte di una delle due signore che mi sono accanto da sempre. Il messaggio era semplice: "questa è la risposta alla tua domanda di ieri". Sono rimasto attonito, incredulo: la ragazza non poteva sapere ma diceva di vedere delle persone accanto a me, persone defunte che mi seguono in ogni momento, che davano una risposta alla mia domanda di piccolo uomo smarrito nella terra di mezzo.
E' aumentato lo smarrimento, poi sono stato pervaso da un senso di appagamento, dalla sensazione di essere sulla strada buona, di poter proseguire sicuro nonostante ancora non abbia capito qual è la strada che percorro...
domenica 6 luglio 2008
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